Cosa si propone il centro "Ain Karim"
Una riflessione di un gruppo di volontarie
L'allungamento della vita media ha portato a guardare con occhi nuovi la vecchiaia, legata a ruoli e funzioni sociali che sono profondamente cambiati rispetto al passato.
L'anziano per troppo tempo è rimasto tagliato fuori dal mondo lavorativo: le sue esperienze, le sue conoscenze, considerate importanti in passato, sono ormai ritenute vecchie e superate.
L'anziano è diventato praticamente una persona inutile alla società, che non ha più nulla da dare e da dire.
Solo un diverso modello culturale, che colloca al primo posto nella scala dei valori la persona, può contribuire a dare significato esistenziale ad ogni età ed ad ogni condizione.
Così facendo la persona anziana, come qualsiasi altra, può non essere inutile, ma può contribuire ad arricchire di sé ogni altra età; infatti è evidente che una persona anziana può ancora condurre una vita produttiva in senso globale e utile per la società.
Tutto ciò viene realizzato al Centro anziani Ain Karim.
Vediamo in sintesi come è nato e come svolge la sua attività: la signora Giuseppina Giuliano lascia in donazione alla Parrocchia S. Anna dei terreni e degli averi a condizione che si costruisca un Centro per anziani in memoria del fratello Salvatore.
Mons. Giovanni M. Sortino, parroco della Chiesa Cuore Immacolato di Maria e S. Anna in Carlentini, dopo aver messo su tutta un'organizzazione, la coordina coinvolgendo tanta gente, varie personalità e realizzando in pochi anni il grande sogno: "Ain Karim".
Ciò naturalmente è stato frutto di duro lavoro da parte di molti, ma bisogna sottolineare la forza d'animo, la tenacia e l'amore per la terza età da parte di Mons. Sortino e di quanti lo hanno collaborato.
Il Centro ha rideterminato e valorizzato l'anziano quale entità fisica e spirituale, con un proprio bagaglio culturale - esperienziale.
Lo stesso non viene trattato per ciò che appare fisicamente, ma è ritenuta nella giusta considerazione la ricchezza spirituale che detiene e ciò che è riuscito a fare nella propria vita.
Da ciò si vuole fare capire che anche se la Casa di riposo non è l'ideale per l'anziano, il nostro Centro Ain Karim cerca di capire le esigenze di ogni singolo anziano per rendere il suo soggiorno quanto più gradevole possibile, tanto che di solito, per il distacco dalla famiglia, dalla propria casa, dal proprio ambiente, l'anziano arriva al Centro depresso, piange, vorrebbe tornare a casa su, ma dopo circa una settimana, ricevendo le giuste cure, le giuste attenzioni da parte del personale, altamente qualificato, non vuole andare più via dal Centro.
Chi va a visitare il Centro ha l'impressione di trovarsi in una grande famiglia: questo essere uniti, il calore che tutti gli operatori riescono a trasmettere è evidente e, soprattutto, gradito apertamente dagli ospiti, e molti vogliono dare la loro testimonianza con gratitudine.
Abbiamo ad esempio il Signor Salvatore Fichera nato il 13/11/1931 che dal 1970 al 1990 è vissuto a Milano, svolgendo la mansione di "analista fibre" ritornato in paese, dopo aver preso la moglie e subito diversi interventi, è venuto al nostro Centro come ospite; i primi mesi li ha vissuti male, voleva stare da solo, ed era depresso. A questo punto il Centro mette vicino all'ospite un operatore (chiamato Angelo Custode) che segue l'anziano da vicino e cerca di capire di cosa ha effettivamente bisogno, cosa riesce a farlo sentire ancora utile, quali sono i suoi interessi; ebbene, oggi a distanza di qualche mese, il Signor Fichera è sereno e personalmente ringrazia la direzione della fiducia che gli ha dato, si reca giornalmente in laboratorio insieme al suo Angelo Custode, Luciano Randazzo, e fino ad oggi ha realizzato 4 modelli di navi in miniatura con tutti i requisiti: mobili all'interno delle navi e impianto elettrico.
Molti operatori hanno avuto in dono da lui svariati lavori realizzati in legno; in laboratorio ha diversi lavori da completare, ha in lavorazione altre navi, e una in particolare che sta realizzando per Mons. Sortino, con un vaso di fiori, sempre in legno, su un tavolino.
Oggi si può dire che il Signor Fichera ha trovato la voglia di vivere.
Ancora un'altra testimonianza da parte dell'insegnate in pensione Vincenza Marino nata il 25/12/1921; data d'ingresso 07/07/2007.
Inizialmente il suo ingresso al centro l'ha fatto nel 2005 col marito molto malato.
Si è affezionata subito al Centro perché ha trovato un ambiente affettuoso da parte di tutto il personale soprannominato dalla suddetta "angeli bianchi, pieni di pazienza e amore verso tutti".
Morto il marito, è tornata a casa; svuotata dal dolore, si era chiusa in se stessa. Quest'estate la figlia, andando in vacanza, le ha proposto di ritornare al Centro per non rimanere da sola.
Così ha fatto e, guidata, dice lei, dagli "angeli bianchi", ha ricominciato a vivere nell'amore di Dio e verso gli altri.
La stessa famiglia, ritornata dalle vacanze, non credendo ai propri occhi, l'ha trovata cambiata in bene.
La figlia la voleva riportare a casa, ma lei ha deciso di prolungare la sua permanenza al Centro, perché vuole portare a termine ciò che ha iniziato, infatti ha ripreso il lavoro, che aveva smesso da tempo: lavorare con le mollette della biancheria, il che faceva parte integrante del lavoro esercitato per 45 anni come insegnante di scuola elementare.
La cosa più importante, e che fa piacere, è che con la sua affabilità è riuscita a coinvolgere parte degli ospiti della casa.
I lavori realizzati con le mollette di legno sono svariati: Cappelletta per il sacro cuore di Gesù, un Capezzale, porta penne, la torre di Pisa, e tante altre cosette.
La Signora Rosanna Zappaterra: nata il 19/07/1928, ingresso presso il Centro 17/05/2006.
È Arrivata al Centro dopo un anno dalla morte del marito e, quando ha saputo che la figlia l'avrebbe sistemata in una casa di riposo, ha pianto tanto, in quanto aveva l'impressione che il centro fosse come un ospedale.
La signora Zappaterra è emiliana, si è sposata a soli 16 anni e, dopo aver avuto il primo figlio, ha iniziato a soffrire di flebite; si è dovuta trasferire in Sicilia per il clima più dolce, ma è stata ugualmente tanto sofferente e molto spesso si è dovuta ricoverare in ospedale.
Le prime due settimane, arrivata al Centro, ha sofferto tanto, poi l'operatore, come sempre, ha cercato di capire a cosa la signora potesse essere interessata.
Oggi si occupa delle piante. Legge le letture in Chiesa, canta, e ha il compito di occuparsi degli anziani che hanno bisogno di aiuto, li imbocca, spinge le carrozzelle, li accompagna in bagno, si è rese veramente utile, tanto che si può dire che è uscita dalla depressione, sentendosi una persona nuova e serena e conducendo una vita tranquilla e felice.
La mattina ha il compito di guidare le preghiere al microfono; nelle feste, balla, canta e cerca di coinvolgere gli altri anziani regalando loro tanta serenità, tanto che le hanno dato il soprannome di "Regina".